Sordi nell’ascoltare e muti nell’annunciare

Il caso del sordomuto del vangelo di oggi dovrebbe essere il caso di ognuno di noi.
Noi lo dimentichiamo spesso. Invece dobbiamo riconoscere le cose che il Signore opera in noi e diventarne annunciatori. Mentre siamo sordi nell’ascoltare e muti nell’annunciare.
Il motivo che ci fa dimenticare i grandi benefici di Dio compiuti in nostro favore lo troviamo nella prima lettura: è il diavolo che per invidia spinge Eva e Adamo e spinge anche noi, invitandoci a non diventare uomini di Dio.
Noi invece sforziamoci di seguire la sua strada e di riconoscere sempre i benefici che ci sono stati dati.

In quel tempo, Gesù, uscito dalla regione di Tiro, passando per Sidòne, venne verso il mare di Galilea in pieno territorio della Decàpoli.
Gli portarono un sordomuto e lo pregarono di imporgli la mano.
Lo prese in disparte, lontano dalla folla, gli pose le dita negli orecchi e con la saliva gli toccò la lingua; guardando quindi verso il cielo, emise un sospiro e gli disse: «Effatà», cioè: «Apriti!». E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente.
E comandò loro di non dirlo a nessuno. Ma più egli lo proibiva, più essi lo proclamavano e, pieni di stupore, dicevano: «Ha fatto bene ogni cosa: fa udire i sordi e fa parlare i muti!». Mc 7,31-37