Categoria: Parola Commento al Vangelo del giorno


Commento al Vangelo del giorno

I fallimenti

Ci sono fallimenti che vanno a toccare la parte più intima di ognuno di noi. E non importa che si tratti di qualcosa di grande o di una questione di dettagli.

La verità è che ogni vita è in sé un esperimento fallito se non guardiamo più in alto.

Perché è dai peggiori fallimenti che nascono le più grandi occasioni. Con Gesù funziona così.

È proprio dai nostri fallimenti, dalla consapevolezza dei nostri limiti che riuscita a distogliere lo sguardo dal nostro io per rivolgerlo a Dio.

Ed è proprio in quel momento che constatiamo come con Gesù riusciamo a raggiungere ciò che da soli non riusciamo a ottenere.

È esattamente quello che accade ai discepoli che non riescono a guarire il giovane posseduto e devono cercare Gesù affinché pensi a tutto Lui.

 

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L’unico estremismo

L’amore è amore se è senza confini.
L’amore moderato non esiste.
L’amore è tale solo se sfrenato.
Non esiste l’amore con il freno a mano tirato.

Anche il Cristianesimo ha un estremismo, uno solo: quello dell’amore.

È in questo modo che viene fuori il passo del Vangelo più assurdo di tutti: “Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano”.
Sembra ridicolo. Ma Gesù non è uno squilibrato.

La risposta è che l’amore, se è amore, non ha confini, non fa scremature, non si ferma ai parenti o agli amici, supera quei confini miopi.

Ed ecco che questo messaggio acquista un senso che non è per i supereroi. È di chi chiunque vive l’esperienza dell’amore.

Ecco la novità:  questo passo è alla portata di tutti, ma proprio di tutti.

“Pregare e amare”. Il resto è noia.

Il segreto per ritrovare se stessi

Una proposta folle: se vogliamo essere felici dobbiamo soffrire, se vogliamo guadagnare la vita dobbiamo perderla, se vogliamo seguirlo dobbiamo essere sconfitti.

Questo significa sconvolgere ogni logica umana.

Chi può condividere una tale follia?

Alla fine, però, questo disegno scellerato si rivela la strada giusta, tutto in virtù della Resurrezione.

Le sicurezze umane non sono mai sicure, purtroppo. Le cose non potranno sempre andare come vogliamo.

Invece se si ha il coraggio di perdere la vita, se si ha il coraggio di accettare la sconfitta, e se si ha il coraggio di portare le croci che ci cadono addosso durante il cammino, allora anche se perderemo questa vita, troveremo noi stessi.

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Chi sono io per te?

Per te io chi sono?
Quante volte ci hanno fatto questa domanda nel corso della nostra vita?
E noi cosa abbiamo risposto?

La stessa cosa è capitata quel giorno a Pietro.
Gesù fa la domanda: chi sono io per te, Pietro?

Pietro, sicuro di sé, dice: «Tu sei il Cristo».
Cristo in aramaico è Yeshu’a (Gesù), ovvero Giosuè, che significa “Yahweh è salvezza”.
In pratica, è uno che viene a salvare la nostra vita.

La stessa domanda la fa a noi.

E tu? Cosa avresti risposto?

Spesso, come Pietro, siamo tutti bravi a rispondere: «Tu sei il Cristo». Quando però Gesù ci dice che percorrere la sua strada non significa andare in discesa, ma salire, faticare, essere alla fine della fila e non a capo della carovana, all’ultimo posto e non in prima fila. A quel punto, come Pietro, cominciamo ad arrampicarci sugli specchi, a trovare dei compromessi, e ci arrabbiamo.

Se accettiamo che Gesù è il nostro salvatore, dobbiamo anche accettare la modalità che ha scelto, cioè la fragilità, l’ultimo posto, la salita. (altro…)

Accecati dal potere

Dalle regioni martoriate dalla guerra si levano anche oggi grida di dolore.

Nel vangelo di oggi Gesù ridà la vista a un cieco. Quel cieco è ognuno di noi. Siamo noi accecati dalla luce sporca del potere, del piacere, del pregiudizio, dell’interesse personale,  o peggio dell’odio e del rancore.

Dona Signore quella luce a chi ha responsabilità politiche e militari, lava i loro occhi affinché abbiano il coraggio di scegliere la pace e non la sete di potere.

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In cosa consiste la Nuova alleanza

Se volessimo riassumere il lungo Vangelo di oggi in poche parole, potremmo dire che Dio non guarda all’apparenza ma alla sostanza.
Gesù stavolta arriva al dunque e spiega in cosa consiste la Nuova alleanza con l’uomo.

Bisogna guardare al cuore, bisogna prima amare, poi fare il resto.

Ci dice che la parola di Dio esige di essere messa in pratica e di essere traferita dal nostro cuore a quello degli altri.

Ci dice, insomma, che dobbiamo decidere una volta per tutte cosa fare della nostra vita.

Ogni cosa che facciamo può avere senso solo se risponde all’esigenza di amore che ognuno di noi ha sicuramente in fondo al cuore.

Perché noi siamo fatti per amare. (altro…)

Condivisione

Nella moltiplicazione di pani e pesci (Mc 6,34) tutti si saziano totalmente.
Gesù quando ama e perdona lo fa totalmente, non a metà.

Prende, Benedice, Spezza, Dà.

È un appello a donare ciò che si ha, senza calcolo, invito a una fede che supera la logica del mondo.

Ognuno di noi ha i suoi “sette pani e pochi pesci”. (Mt 15,29-37) Per moltiplicarli come Gesù dobbiamo metterli in condivisione con gli altri.

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Sordi nell’ascoltare e muti nell’annunciare

Il caso del sordomuto del vangelo di oggi dovrebbe essere il caso di ognuno di noi.
Noi lo dimentichiamo spesso. Invece dobbiamo riconoscere le cose che il Signore opera in noi e diventarne annunciatori. Mentre siamo sordi nell’ascoltare e muti nell’annunciare.
Il motivo che ci fa dimenticare i grandi benefici di Dio compiuti in nostro favore lo troviamo nella prima lettura: è il diavolo che per invidia spinge Eva e Adamo e spinge anche noi, invitandoci a non diventare uomini di Dio.
Noi invece sforziamoci di seguire la sua strada e di riconoscere sempre i benefici che ci sono stati dati.

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Dentro e fuori

L’esteriorità non sarà mai in grado di farci diventare persone giuste. È il nostro cuore che conta…
Nel vangelo di oggi Gesù risponde ai farisei:
«Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza.
Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo». Mc 7, 1-23
Gesù spiega il primato dell’interiorità, il primato del “cuore”.
Non sono le cose esterne che ci fanno santi o cattivi, ma è il nostro cuore che esprime le nostre intenzioni, le nostre scelte, buone o cattive.
Il mondo è buono, siamo noi a renderlo cattivo.

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L’esterno e l’interno in conflitto

Respingiamo la religione dell’apparire, del sembrare, del fare finta di…

Ma facciamo piuttosto silenziosamente il bene, gratuitamente, come noi gratuitamente abbiamo ricevuto la nostra libertà.

Cerchiamo di non fare come i farisei che puliscono l’esterno del bicchiere e del piatto ma l’interno è pieno di avidità e di cattiveria. Mt 23,23-26

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