Quando non c’è vergogna

Non saprei, dopo questa giornata “no”, se essere più indignato per quello che hanno fatto due miserabili cacciatori canadesi, sparando a un orso indifeso da lunga distanza e uccidendolo con una morte lenta e terribile (a questa gente senza vergogna piace vincere facile), oppure i sindacati e i lavoratori dei beni archeologici di Roma che si sono messi in assemblea in piena ora di punta mentre il mondo fuori dalle cancellate attendeva di vedere il Colosseo.

Il primo caso ferisce di più la parte intima di ognuno di noi, ferisce tutti coloro che amano gli animali e soprattutto chi ama gli orsi e chi, come me, li fotografa da tanto tempo.

Questi due cacciatori andrebbero arrestati, perché far loro di più significherebbe essere come loro.

Il secondo caso colpisce l’orgoglio di essere italiani che, in situazioni così, diventa la vergogna di esserlo.

Ma si sa, siamo fatti così. Quelle immagini dei cancelli chiusi faranno il giro del mondo, ma a noi italiani, o almeno a una parte, quella peggiore, in fondo non ce ne frega niente.

Senza vergogna.