Nancy Pelosi furiosa. Ma non per quel discorso. Dietro c’è altro.
Il suo gesto scolorisce il rosso della bandiera degli Stati Uniti d’America, il colore simbolo della democrazia.
Il suo è un gesto di violenza, antidemocratico e senza precedenti.
Strappando la copia dell’intervento del presidente degli Stati Uniti al Congresso, solo perché le sue verità non coincidono con quelle di Trump, la speaker della Camera ha dimostrato livore irrazionale.
È vero che Trump al suo arrivo si era rifiutato di stringerle la mano. Ma ciò non giustifica un gesto talmente anti istituzionale, ai limiti dell’anticostituzionale.
Eppure Trump, alla vigilia del verdetto del senato sull’impeachment, ha parlato di tutt’altro, dai rapporti con gli alleati Nato: “stiamo spingendoli a pagare il giusto”, ai progetti spaziali: “sia americana la prima bandiera su Marte”, dalla lotta al terrorismo: “non sfuggirete alla nostra giustizia”, all’immigrazione: “gli Usa siano il santuario dei cittadini che rispettano la legge e non di stranieri criminali”.
Condivisibili o no, no si strappano le idee altrui.
E il fatto che poi Trump voli nei sondaggi con un gradimento attorno al 50 per cento, non aiuta la Pelosi, sostenuta in aula da un gruppo di donne dem in piedi per protesta, ma consapevoli di un imminente assoluzione per quello che loro ritengono più un tiranno che un presidente democraticamente eletto.