Non voglio augurarvi gioia e felicità, sarebbe troppo facile farlo mentre vi penso seduti nelle vostre calde case, brillanti e sovrabbondanti di lusso e di cibo.
Vi auguro invece che quella stalla fredda e sporca vi porti al distacco dalle certezze e dalla stabilità che vi circonda e che vi impedisce di guardare dentro di voi.
Non voglio augurarvi un Natale splendente, illuminato dalle mille lucette arrotolate intorno agli alberi di plastica pieni di palline luccicanti.
Vi auguro invece che il buio di Betlemme vi insegni a seguire la stella all’orizzonte e a trovare la strada per ricominciare da capo.
Non voglio augurarvi fortuna e successo, di essere sempre i primi, sempre davanti agli altri e di vincere qualsiasi sfida vi si presenti davanti.
Vi auguro invece che le delusioni di Giuseppe, la sua umiliazione di fronte a un mondo ostile e indifferente, il fallimento davanti a un diniego della società, vi insegnino a essere ultimi, a non scalciare per accaparrarvi un posto davanti, a non scavalcare e calpestare il prossimo per conquistare un traguardo che non vi farà mai felici.
Non voglio augurarvi la pace e la serenità, oppure una vita vissuta così come è stata programmata, né un Natale tranquillo sulle poltrone dei salotti o davanti alle tavole imbandite e ai calici traboccanti di vino.
Vi auguro invece che il cammino vorticoso di Giuseppe e Maria scateni in voi una guerra interiore capace di risvegliare il tepore delle vostre normalità, che spezzi la monotonia dei pomeriggi tutti uguali, che vi apra gli occhi all’indifferenza nei confronti di chi non ce la fa più, dei diversi, di chi non è riuscito a meritarsi una patria, una famiglia, una vita.
Non voglio augurarvi ricchezza e benessere, né di stare dalla parte del mondo che trama e che domina su uomini meno fortunati.
Vi auguro invece di essere dall’altra parte, da quella degli umili e dei piccoli, di stare dalla parte di un Bambino povero è rifiutato, dalla parte di un Dio che ha scelto i deboli e non i potenti.
Non voglio augurarvi un Natale pieno di regali, di rumori assordanti, di soddisfazioni inebrianti, di feste e di bramosia.
Vi auguro invece un Natale di silenzio, di solidarietà, di sacrificio e di coraggio. Questo vi auguro, coraggio di cambiare, coraggio di camminare controcorrente, coraggio di ricominciare, coraggio di guardare avanti, coraggio di rinascere insieme a quel Bambino. Non me ne vogliate, ma solo questo vi auguro.
Tratto da Intervista con l’amore, di Pietro Guida, ed. Lampi di Stampa, 2018